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  • Immagine del redattoreRedazione

Aiutatemi! I servizi sociali di Reggio Emilia mi hanno tolto il bambino perché ho pochi soldi.

"Posso vederlo solo un'ora e settimana e dopo 4 mesi di lockdown lui mi ha abbracciata. Sono stata multata di 400 euro perché non ho tenuto distanziamento sociale!!"



Ricordate il caso Bibbiano nel reggiano? Dopo quanto successo venne aperto un vero e proprio vaso di pandora, ed in ogni parte d'Italia si scoprirono assurdi casi in cui bambini venivano tolti alle famiglie per fomentare uno squallido business.


La storia esclusiva che vi raccontiamo oggi è quella di una ragazza madre di 29 anni, che da 4 anni è stata privata del figlio. Irene, la chiameremo così per difendere la sua privacy ha avuto il suo piccolo a 20 anni. Oggi il bimbo ne ha 9. Irene lavora come operaia, ha una casa e non ha problemi di legge. Non si droga, non beve ed è una mamma modello, ha solo qualche normale difficoltà economica.


Vivendo sola e con problemi di denaro, Irene ha chiesto una mano ai servizi sociali che per tutta risposta dopo il supporto del centro assistenza alla vita, hanno deciso di togliergli il bambino ed affidarlo su base poco "volontaria" ad una famiglia affidataria.


Dapprima il bambino poteva restare con la madre solo nei fine settimana ma poi l'assurda decisione di concedere alla madre di vedere il bambino solo 1 ora alla settimana. La decisione è scattata quando la madre a causa di ferie obbligate dall'azienda, ha deciso di svolgere una brevissima vacanza infrasettimanale di 5 giorni (dal lunedì al venerdì), con un'amica per rilassarsi di tutta questa difficile situazione. Durante la vacanza Irene non ha mai mancato di telefonare al figlio ogni giorno. Il fine settimana come di consueto si è presentata presso la famiglia affidataria che si è rifiutata di fargli prendere il bambino perché avvisati dai servizi sociali che avevano cambiato le regole. D'ora in poi avrebbe potuto vedere suo figlio solo 1 ora a settimana. Irene fin dall'inizio di tutta questa storia si è ribellata. Si è rivolta ad associazioni, ad avvocati e alla legge, ma finora non è stata ascoltata.


Per Irene però la sofferenza era appena cominciata. A causa del lockdown da Covid19 per circa 4 mesi non ha potuto in nessun modo vedere il figlio, ed ha continuato solo a telefonarlo. Il 2 di giugno in un incontro protetto con una cooperativa e i servizi sociali ha potuto rivederlo. Il piccolo è corso ad abbracciare la madre con gioia immensa, che tra le lacrime non ha potuto e non ha voluto rifiutarsi di stringerlo a se. Non fosse mai successo. I servizi sociali hanno immediatamente allertato i carabinieri che si sono recati subito sul posto ed hanno multato, su insistenza dei presenti, Irene, di 280 euro se pagati entro 30 giorni, oppure 400 euro se pagati successivamente. Multata perché non ha rispettato il distanziamento sociale. Distanziamento sociale??? Con un figlio che non può veder crescere da 4 anni???



Una storia assurda che ancora una volta dimostra l'incapacità di certi servizi sociali. A denunciare quanto è la d.ssa Elisa Fangareggi, presidente dell'associazione Time4life (qui il sito dell'associazione: https://time4life.it/?fbclid=IwAR1vdlV_SEZHd9xxhkiLlAr1zqjWBMGS2TxTlHH9byG12C5bo_rfuNQqnnM), impegnata da sempre contro ogni tipo di vessazione sulla vita.


A volte chiedere aiuto a certi servizi sociali non fa altro che porti ulteriormente in difficoltà, ingabbiandoti e mettendoti al muro. Irene ha perso la possibilità di crescere suo figlio e di goderselo nei momenti più belli della sua infanzia e tutto a causa della sua difficoltà economica.


Quanto successo non è accettabile e ci auguriamo che qualcuno indaghi su questo caso e che vi sia, da parte di tutti, una forte mobilitazione.


Nicola Scillitani

Per InVeritas Press

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