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Approfondimento - Lo studio dell'Oms: "Il virus è nell'aria". Ma non è propriamente così. La verità.

Il direttore dell'Oms, David Heymann, annuncia della presenza di nuovi studi in grado di dimostrare la capacità del "coronavirus" di diffondersi nell'aria, e a tal proposito informa che si stanno studiando le evidenze scientifiche e che si inizia a pensare a modificare le linee guida, imponendo mascherina a tutti che fino ad oggi non erano nemmeno state consigliate.

Un team di ricerca statunitense con a capo scienziati del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) facente caèp ai National Institutes of Health (NIH), in un articolo pubblicato su MedrXiv era riuscito a dimostrare che virus è in grado di resistere nell'aria fino a 3 ore. Altri scienziati dell'Istituto nazionale di allergie e malattie infettive coordinata dal professor Neeltje van Doremalen, invece ha ottenuto egual risultato, dimostrando però che la contaminazione dell'aerosol da parte del SARS-CoV-2 si dimezza nel giro di 60 minuti. Tracce del virus sono state trovate sugli impianti di aerazione degli ospedali di Wuhan, dove è partita (sembra) la diffusione del contagio.

Sempre più studi ormai evidenziano la capacità del SARS-CoV-2 di diffondersi nell'aria. Fino a poco tempo fa si parlava di contagio solo in termini di effetto "droplet" ossia di goccioline espulse durante l'atto di starnuto dell'uomo, ma oggi purtroppo si inizia a parlare di "effetto Aerosol" ossia di diffusione nell'aria.

A TAL PROPOSITO InVERITAS in questo reportage ha ritenuto giusto cercare di rispondere ad una sola e ovvia domanda: "COSA RISCHIAMO ANCORA?"

Secondo esperti di microbiologia il rischio maggiore si sviluppa nei luoghi chiusi, avendo il virus maggiore facilità di contagiare, non essendoci molta possibilità di aerazione. L'Aerazione consente all'aria di "ripulire" un ambiente da aria malferma. Va' detto che ad oggi non esistono studi certi e approfonditi sul processo da "effetto aerosol" e ci vorranno settimane se non mesi per ottenerli. Tra i dati presi in esame durante lo studio vi è il numero dei contagi avvenuti negli ospedali tra gli operatori sanitari. Tali luoghi sono chiusi e l'aria è malsana e proprio nelle rianimazioni essa potrebbe saturarsi di batteri. In tali luoghi è complicato poter aprire finestre ma pur potendolo effettuare, l'aerazione sarebbe minima.


Dopo tali considerazioni quindi ad oggi è possibile affermare che il rischio "EFFETTO AEROSOL" sia possibile sopratutto in luoghi chiusi come ascensori, bagni pubblici, luoghi di lavoro, supermercati etc e non per tempi relativamenti lunghi.


Queste considerazioni però potrebbero spingere le autorità sanitarie come l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Centers for Disease Control and Prevention) americani a rivedere radicalmente tutte le linee guida sull'uso delle mascherine.

Abbiamo compreso che ad oggi è meglio sempre indossare la mascherina specialmente nei luoghi chiusi, ma che non è necessario allarmarsi più di tanto, perchè il virus non si trattiene per molto tempo in aria.

Altro spunto di riflessione su cui riflettere ce lo pone un esperimento eseguito dal Massachusetts Institute of Technology di Boston. Durante l'esperimento si è analizzato cosa succede alle goccioline dell'uomo dopo un colpo di tosse o uno starnuto. Il risultato è stato piuttosto prevedibile inizialmente. Si genera una nuvoletta di gas in rapido movimento che contiene goccioline di varie dimensioni. Ciò che invece ha sorpreso è la capacità delle goccioline più piccole di di essere trasportate fino a 6/8 metri di distanza e addirittura le microparticelle possono viaggiare nell'aria per distanze ben più lunghe.


Anche per questo motivo diventano praticamente essenziali le mascherine e anche se l'OMS ad oggi le consiglia solamente, noi di InVeritas pensiamo che vadano assolutamente usate.

Concludendo. Nessuno morirà seguendo lo stile del film di Arnold Schwarzenegger, Atto di Forza (anche se su Marte si moriva per la mancanza di ossigeno). Non ci sarà quel virus nell'aria che ucciderà tutti mentre passeggiamo. Gli studi effettuati hanno voluto dimostrare la necessità di utilizzare sempre presidi di protezione e rispettare tutte le regole di igiene e sicurezza, a meno fino a quando la pandemia non sarà passata.

Nicola Scillitani Per InVeritas


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