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Bambino con la sindrome di Pandas bocciato a scuola. La famiglia fa ricorso con il difensore civico.

L'argomento scuola è uno dei temi più controversi, in cui ci si ritrova a dover ascoltare o leggere di situazioni legate a difficoltà scolastiche conseguenti a problematiche di salute in cui i bambini, spesso e volentieri "non sono al centro", così come la famiglia, dove si deve purtroppo constatare che, sempre più frequentemente, non sono state messe in campo dall'istituzione scolastica tutte le risorse necessarie, umane e didattiche consentite, a supporto, in aiuto ad un bambino, ad una famiglia, che vive un dramma più grande di loro e che devono affrontare nel quotidiano in completa solitudine.



A parlare Stefania Lessio Presidente dell’Associazione Genitori Pans Pandas Bge la quale si sta interessando al caso del piccolo C, in cui ci si ritrova a dover intervenire per sottolineare mancanze e lacune che potevano essere evitate così come anche un'ingiusta bocciatura: un'azione un pò troppo forzata, coercitiva, che poteva essere evitata così come prevede l'odierna giurisprudenza.


E' accaduto nei pressi di Parma, dove un alunno di 11 anni, non è stato ammesso, dalla classe quinta elementare alla prima classe della scuola secondaria di primo grado, a seguito di un travagliato anno scolastico, reso difficoltoso dai sintomi provocati dalla sindrome Pandas, che gli è stata da poco diagnosticata.


Pandas è una sindrome scoperta dalla D.ssa Susan Swedo, nel 1998, ed è stata identificata come un disturbo neuropsichiatrico autoimmune pediatrico ad esordio acuto ed improvviso, associato ad infezione da Streptococco: un'encefalopatia immuno-mediata post infettiva caratterizzata dall’insorgenza improvvisa di sintomi neuropsichiatrici complessi, apparentemente inspiegabili, comprese ossessioni, compulsioni e tics (vocali o motori) che si verificano nei bambini (Fonte NIMH) (vedi anche https://www.pandasbge.it/scuola/)


Questa sindrome, spiega Stefania Lessio, subisce fasi altalenanti di remissione e riacutizzazione, dall'esordio in avanti, con un andamento dei sintomi altalenante.

Prima della manifestazione della sintomatologia riconducibile alla sindrome pandas il bambino frequentava la scuola regolarmente senza alcun problema. Poi come avviene per la maggior parte dei bambini affetti da questa sindrome, si hanno una serie di difficoltà dovute alla neuro-infiammazione in corso, che sono difficili da affrontare, ma che comunque la famiglia ha prontamente arginato e cercato di superare con vari professionisti privati che li hanno aiutati.

La Famiglia del bambino, a seguito della bocciatura mai ipotizzata dalla scuola durante lo scorso anno scolastico, si è rivolta all'Associazione Genitori Pans Pandas Bge odv www.pandasbge.it, che ha provveduto a sostenere la famiglia informando il Difensore Civico che ha prontamente esaminato la situazione predisponendo un'istanza di riammissione, al Preside dell'Istituto Scolastico interessato sottolineando le eventuali mancanze della scuola quali, innanzitutto, la mancanza di partecipazione e di inclusione del bambino alla vita scolastica della classe e partecipazione quasi nulla delle insegnanti nei confronti del bambino stesso che è stato escluso completamente, cosa che non lo ha minimamente agevolato nel difficile percorso che sta affrontando.

Quello che preme venga evidenziato, sia alla famiglia, sia ai soggetti coinvolti è che la scuola deve essere fatta di persone che hanno a cuore il benessere psico-fisico dei bambini e quando non accade si deve avere il dovere morale di non girarsi dall'altra parte e lottare per cambiare le cose perché, si spera che, prendendone coscienza, non si verifichi più.


Secondo quanto espresso dal difensore civico: "Da quanto emerge in più punti della relazione, il personale docente non avrebbe sostenuto i sigg.ri XXX nell’affrontare il periodo didattico a casa, ad iniziare dal non avere consentito la didattica a distanza, impedendo così a XXX di mantenere un legame con l’ambiente scolastico. A questo si aggiunge l’assenza di direttive e/o pianificazione dell’attività di insegnamento domiciliare, il confronto con i genitori e – si desume - l’insegnante dedicata. L’assenza del personale docente si sarebbe verificata anche in occasione dei compiti svolti, puntualmente inviati alla scuola dalla sig.ra XXX, senza ricevere osservazioni in merito. Tale circostanza pare essere ragionevolmente confermata, oltre che dalla piattaforma YYY (di cui la famiglia ha prodotto gli screen shot), dal messaggio spedito dall’insegnante XXX, con cui si richiede “il programma svolto da XXX in questi mesi di assenza, allo scopo di poter programmare un momento di verifica, prima delle vacanze pasquali”. Se, infatti, il personale docente avesse regolarmente interloquito con la famiglia, non avrebbe certamente avuto bisogno di richiedere conto, a posteriori ed in un’unica soluzione, del programma svolto dal bambino. La mancanza di comunicazione si sarebbe verificata anche dopo la seconda interrogazione di XXX, che si sarebbe interrotta per motivi tecnici, senza più riprendere, fino alla notizia della bocciatura, ben un mese dopo. Dagli esiti della valutazione di maggio, peraltro, non è dato sapere quali siano state le risorse messe a disposizione dai docenti durante la verifica e, soprattutto, se queste fossero adeguate alla situazione di XXX".


La domanda per noi di InVeritasPress.it è e rimane una sola: E' giusto bocciare un bambino con problemi di tale importanza oppure bisognava sostenerlo di più?...









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