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Bimbo positivo dopo 21 giorni dal tampone. Può tornare in classe secondo l'Asl.

Se un bambino è positivo al tampone e la carica infettiva risulta bassa, dopo 21 giorni può tornare a scuola.


Il bambino positivo, dopo la quarantena, può rientrare in classe pur essendo positivo a "bassa carica".



Un episodio esemplare è avvenuto a Pisa, dove un bambino positivo al tampone è rientrato in aula dopo 21 giorni di quarantena. La classe però si è svuotata perché i genitori degli altri bambini hanno preferito tenerli a casa.


I genitori non si sono fidati perché si è sempre ripetuto che per tornare in mezzo agli altri è necessario tornare "negativi". L'Asl sostiene che dopo i 21 giorni di quarantena si può tornare a fare una vita normale, però la paura rimane.


Il virogolo Fancesco Broccolo dell'Università di Milano, Bicocca spiega che i tamponi debolmente positivi sono quelli che presentano meno di 5.000 copie di Rna virale per millilitro mentre nei tamponi di inizio epidemia si trovavano milioni di copie del virus. Un positivo a bassa carica virale ha comunque facoltà di contagiare ma in maniera molto ridotta. Per scoprire bene il tutto, si può fare un test in laboratorio, mettendo in coltura il materiale proveniente dal tampone di un sospetto positivo. Se il materiale si replica sta a significare che si ha la capacità infettiva. Uno studio dell'ospedale San Matteo di Pavia, eseguito su 280 pazienti clinicamente guariti e con cariche virali basse, mostra che meno del 3% ha la capacità di infettare.


Il prof. Guseppe Remuzzi, dirigente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano spiega che è fondamentale quantificare la positività. Dire positivo non basta più. Si parla di tamponi positivi che hanno una carica virale molto bassa, ed è molto difficile che pazienti con questo tipo di tamponi possano contagiare altre persone. Le persone quando sentono parlare del numero dei contagi devono sapere che si fa riferimento a tamponi positivi con una carica virale che può anche non essere contagiosa.

Rimane però il timore di tanti genitori per la salute dei propri figli.



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