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  • Immagine del redattoreRedazione

Cina. Al salone dell'auto, bambine posano semi nude. L'ultima follia della città di Wuhan.

Quello che stiamo per raccontarvi non è una bufala dei social o di qualche blog che non si informa sulla verità. InVeritas Press si sta distinguendo proprio per la sua capacità di andare a fondo di tutte le questioni nazionali e non. Ne è prova eloquente la visibilità settimanale dei nostri articoli che hanno raggiunto numeri impensabili, ed anche di 400.000 visualizzazioni settimanali.



Dopo questa premessa passiamo alla scabrosa avventura vissuta in cina da bambine di età compresa tra i 5 e i 7 anni. Con la complicità dei genitori e di agenzie di reclutamento, le stesse sono state "impiegate" senza alcun compenso (si dice) presso il Chutian Auto Culture Festival di Wuhan. Si avete capito bene, parliamo proprio di Wuhan, la città della Cina centrale nella provincia di Hubei, dove sembra sia scoppiata anche l'emergenza Coronavirus. Ciò che fa ribrezzo non è soltanto l'impiego per diverse ore sotto i riflettori e tra la folla (nonostante la pandemia) di minori, bensì l'ultima trovata di Zhang Ping, general manager dell’organizzazione dell’evento, che ha visto le piccole sfilare il bikini o perizoma, sotto gli occhi "affamati" di tanti anziani pervertiti.


Questi show room delle auto di solito sono resi accattivanti da due fattori, oltre alle meravigliose auto in esposizione; la perfetta luminosità degli ambienti e delle lucide carrozzerie e da bellissimi ragazze dal fisico slanciato dove quasi nulla rimane nascosto dalla stoffa.


Ebbene un conto sono le ragazze che svolgono questo lavoro coscientemente per ricevere un salario spesso non all'altezza, ed un conto è sfruttare il corpo di bambine piccolissime.


Le foto sono arrivate in occidente e subito vi è stata una totale repulsione a quanto avvenuto che ha costretto l'organizzatore Ping a giustificarsi così: "E' stato fatto per rendere le bambine più coraggiose..."


L'ennesima follia cinese che il mondo non può e non deve tollerare.




Nicola Scillitani

Per InVeritas Press


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