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Come Van Gogh. Per guardare oltre l'orizzonte bisogna essere un po' folle.


Oggi parliamo di un grande artista disabile. Immagino tutti conosciate Vincent Van Gogh, pittore olandese che realizzò circa novecento opere e più di un migliaio di disegni, oltre a miriadi di schizzi meravigliosi.


Notte stellata - 1889


Vincent era il classico genio incompreso e disprezzato in vita. Solo dopo la morte si capì il suo valore. Eppure riuscì ad influenzare l'arte del XX secolo, pur avendo problemi mentali e morendo all'età di soli 37 anni. Fu disegnatore autodidatta fin da bambino, creando già opere d'arte mediocri e nonostante le proteste della famiglia, specie del padre che riteneva la pittura una perdita di tempo che non gli avrebbe garantito alcun futuro.


Le sue opere erano inizialmente tenebrose, poco luminose e maniacali nel disegno. Successivamente realizzò opere dai tanti colori, in grado di piegare la realtà al suo volere. Una delle opere più considerevoli è "Notte stellata". Un albero che fa da sfondo ad un paesino di campagna, sembra uno Shuttle che attende il countdown per raggiungere le stelle e cercare di capire cosa c'è aldilà di ciò che si conosce. Le stelle; quelle luci di corpi luminosi che da sempre hanno fatto sognare e pensare, intere civiltà. Quelle stelle che forse non esistono nemmeno più, ma che dal loro riflesso arrivato a noi con così tanto ritardo, hanno ispirato poeti e menestrelli, guidando viaggiatori in terre lontane.

Van Gogh aveva dei problemi mentali, ma per questo era più sensibile di molti altri, e sapeva guardare oltre l'orizzonte e le apparenze.


L'8 maggio del 1889 dopo l'ennesima crisi, decise di sua spontanea volontà, "per il suo bene e quello degli altri" disse, di rinchiudersi nel manicomio di Saint - Paul - de Mausole, antico monastero nei pressi Saint - Remy. Ciò che lo spinse al ricovero fu una ripicca nei confronti dell'amico fraterno e collega Gauguin, che aveva deciso di lasciare la casa in cui i due vivevano e lavoravano da alcuni mesi. Per follia si tagliò il lobo dell'orecchio, lo incartò in un giornale e lo fece consegnare a Gauguin da una prostituta.


Non è ad oggi dato sapere con certezza quale malattia mentale colpisse Vincent, ma dalle tantissime diagnosi effettuate dai medici, la più plausibile è che era affetto da "Porfiria acuta Intermittente". La porfiria acuta intermittente causa grandi dolori addominali che fanno impazzire e quindi sintomi neurologici. La maggiorparte delle persone resta asintomatica. Se non fosse per questa malattia, alcuni scritti e lettere del tempo, mostrano Van Gogh un personaggio gentile, sensibile, disponibile e generoso. Un personaggio non avvezzo alle contraddizioni della vita e succube degli eventi.


"Siamo tanto attaccati a questa vecchia vita perché accanto ai momenti di tristezza, abbiamo anche momenti di gioia in cui anima e cuore esultano, come l'allodola che non può fare a meno di cantare al mattino, anche se l'anima talvolta trema in noi, piena di timori"...

Così Van Gogh descriveva la vita e l'attaccamento ad essa. Era profondo e geniale. Diverso. Odiato in vita. I suoi disegni considerati orrendi e la sua persona allontanata ed isolata. Spesso la disabilità è un dono che noi tutti dovremmo essere in grado di cogliere, e del resto, chi sa oltrepassare l'orizzonte, deve essere per forza un po' folle.


Il cortile dell'ospedale di Arles - 1889


Come spesso si dice "l'amore smuove gli animi" e proprio gli amori tragici che visse il pittore, lo indussero a realizzare opere uniche nel suo genere in base ai propri stati d'animo.


Ursula Loyer fu il suo primo amore mai ricambiato, sfociato da una grande amicizia. Il suo cuore si spezzò fin da subito quando Ursula diede il suo cuore a qualcun'altro. Fu un trauma in cui quasi si lasciò morire di stenti e che condizionò la sua vita sentimentale, portandolo a vivere amori intimi sbagliati e dolorosi.


Successivamente ripresosi dal trauma e dalla delusione della perdita di Ursula, infatti, si innamorò della cugina Kee Stricker. Un amore assurdo ed impossibile. Kee però non ricambiò mai l'incestuoso amore platonico di Vincent e sparì dalla sua vita. Vincent sofferente del vero e unico amore della sua vita, quello per Ursula, si pensò innamorato anche di una prostituta, e poi si perse nei meandri dell'alcool e del sesso facile. Una sola donna si innamorò del pazzo pittore, e fu Margot, donna molto più grande di lui e non attraente. La storia però finì quando in procinto del matrimonio, la sua famiglia si oppose con tutte le forze, informando la donna che il figlio era "mentalmente squilibrato".


Proprio quel "mentalmente squilibrato" fu l'ago della bilancia. La frase che i famigliari di Vincent, ripetevano sempre a chiunque gli si avvicinasse, non concedendo speranze di socialità e vita al giovane pittore. Una famiglia che nel tentativo di proteggerlo, aveva finito per danneggiarlo più del dovuto.


La disabilità può essere un dono e non bisogna etichettarla come una malattia contagiosa. Spesso non si riesce ad aver fiducia in persone diverse da noi, ma che potrebbero sorprenderci se solo gli dessimo una possibilità. Vincent nel corso della sua breve vita, ha aperto le porte del nuovo impressionismo e di uno stile di dipingere tutto nuovo. Fu il maestro per eccellenza del secolo, in grado di cambiare la storia e di questo, il mondo se ne accorse solo alla sua dipartita.


Nicola Scillitani

Direttore del blog InVeritas Press


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