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  • Immagine del redattoreRedazione

De Luca vuole il Lockdown totale. I Napoletani si ribellano in piazza scatenando l'inferno.

Quelle parole dure del presidente regionale De Luca, a Napoli non le hanno proprio gradite: "Nel giro di pochi giorni rischiamo di avere terapie intensive intasate. Bisogna intervenire ora perché potremmo non avere più tempo. Chiedo al governo di ordinare un nuovo lockdown. Entro 48 ore, ordinerò la chiusura della Campania per 30/40 giorni".



Parole che hanno acceso la rabbia dei cittadini, molti dei quali lo hanno anche votato volentieri alle scorse elezioni regionali. 2 cittadini su 3 per intenderci, portandogli una percentuale del 67% contro solo il 20% del suo rivale di centrodestra.


A protestare oltre 2.000 persone che hanno anche aggredito una troupe televisiva di SKY TG24. I cittadini hanno raggiunto Palazzo Santa Lucia da vari punti della città, marciando al grido "libertà, libertà", invadendo l'area circostante del palazzo della giunta regionale e bloccando il lungomare. Li hanno scatenato il caos, scaraventando a terra ed incendiando cassonetti, panchine in legno ed alberi. Danneggiando tutto ciò che si trovavano davanti.


Diversi scontri si sono verificati e ci sono state cariche delle forze dell'ordine. Sono stati esplosi petardi e lanciati oggetti contro gli agenti. Un carabiniere sarebbe rimasto ferito negli scontri, dopo essere stato accerchiato da alcuni manifestanti.


La manifestazione, partita da un invito sui Social, ha visto la presenza anche di soggetti inclini alla violenza, che hanno causato non pochi problemi in città.


Tanti i motivi della protesta e parlando con le persone per bene che hanno solo sfilato pacificamente, abbiamo avuto modo di capirne alcuni. Secondo questi cittadini, con il lockdown si rischia di portare al fallimento migliaia di attività già al collasso, che licenzierebbero ovviamente tanti dipendenti, portando intere famiglie alla fame. Al sud esiste già un problema lavoro, e così facendo si rischia di affossare definitivamente un'intera regione.


Le parole di De Luca sono risuonate quindi come dittatoriali e prepotenti, e a tal punto in tanti hanno scelto di lottare per la loro libertà.



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