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Fame emotiva: l'altro nome della delusione amorosa.

di Kristen Iaria - Ci sono momenti in cui crediamo che mangiare possa salvarci da noi stessi, dall’odio che proviamo, dall’angoscia di essere chi siamo e da tutto quello che vorremmo non fosse, ma che invece è. Si tratta di una magia che creiamo nella nostra testa e rinforza un circolo vizioso che causa tormento.




Ma che bontà una vaschetta di gelato al cioccolato dopo una delusione! Abbuffarci di dolci, divorare cibo in quantità superiore al nostro fabbisogno dopo una “sconfitta” si chiama alimentazione emotiva. L’atto di mangiare si trasforma così nella metafora del connubio tra il nostro stile di vita e il modo in cui gestiamo le emozioni.

Bisogna però sottolineare che in molti casi le abbuffate compulsive funzionano come una cortina di fumo che impedisce di scorgere il vero problema. Spesso il dolore ci spinge ad una perdita di controllo emotivo generata dalla necessità di riempire un vuoto relativo ad altri ambiti della nostra vita. Il cibo può diventare il sostituto di quell’amore che ci manca tanto.


Si può dire che concentrarci sul nostro peso sia solo una trovata ingegnosa, un modo per non prestare attenzione ai motivi per cui in molti ricorriamo al cibo quando soffriamo. Siamo purtroppo incoraggiati dalla nostra società che ci induce a concentrarci sui chili di troppo e sul consumo di calorie. Se però guardiamo oltre il nostro naso possiamo vedere come da alcuni commenti, che chiamiamo “sociali”, la perdita di peso e il raggiungimento di una buona forma fisica ci possano aiutare a liberarci dal dolore.


La preoccupazione per il nostro corpo nasconde problemi molto più profondi, dando vita ad un circolo vizioso di inquietudini che non trovano soluzione e che frenano la nostra capacità di crescita e sviluppo. La psicologia afferma che il vero problema relativo all’eccesso di peso e all’alimentazione emotiva sta nel fatto che il cibo si trasforma nel sostituto dell’amore. Quando smetteremo di alimentare il bambino maltrattato che c’è in ciascuno di noi, potremo sicuramente nutrire l’amore e favorire ogni rapporto. Solo così impareremo a goderci il cibo e a smettere di usarlo come sostituto.


Ogni volta che mangiamo in modo compulsivo, diamo voce alla credenza che l’unico modo di ottenere ciò che vogliamo è acquisendolo attraverso l’alimentazione. Così facendo non si fa altro che rinforzare lo sconforto che ci logora dentro. L’alimentazione emotiva funge da “sostegno immaginario” che tiene in piedi la nostra esistenza. Usare il cibo per proteggerci è come ubriacarsi ininterrottamente di confusione perché, come già detto, mangiare in modo compulsivo non è altro che la messa in scena della sofferenza. “Siamo ciò che mangiamo” sosteneva Feuerbach e questa è una realtà evidente e tutti gli alimenti che arrivano nel nostro corpo contribuiscono al nostro benessere anche mentale. Questo rapporto tra nutrimento e cervello deve essere il più possibile equilibrato perché il cibo è il nostro Carburante ma per funzionare bene alla nostra macchina non dovremmo mai mettere qualcosa di scadente, così come al nostro cervello un eccesso di zuccheri non può farlo viaggiare! L’amore come tutto può finire ma non dobbiamo ingozzarci fino ad esplodere perché così allontaniamo questo sentimento anche da noi, e soprattutto dobbiamo sempre ricordarci che l’AMORE TROVA SEMPRE AMORE!





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