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La Cina è interessata al porto di Taranto. COPASIR: "Rischio per la sicurezza nazionale".

I Cinesi talmente interessati al porto di Taranto che è dovuto intervenire addirittura il COPASIR (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica). Una notizia che sta passando quasi in sordina a causa di problemi ben più gravi come quello dell'epidemia dovuta al Coronavirus. Ma cosa sta succedendo?



Prima di parlarne è bene fare una premessa, al fine di comprendere l'importanza del porto tarantino. Trattasi da sempre di un punto strategico per il traffico di merci. Localizzato sulla costa settentrionale, è caratterizzato da tre accessi, e fin dalle sue origini settecentesche è stato uno dei più importanti luoghi di partenza ed arrivo di mercanti di tutto il mondo conosciuto. Taranto fu colonia della Magna Grecia ed è sempre stata una città di frontiera, essendo dotata dell'unico porto sicuro dell'Italia meridionale da cui si salpava da e verso l'oriente.


Secondo il documento acquisito dal COPASIR per la sua indagine, la Cina, avrebbe espresso morbosi interessi verso gli impianti industriali Ilva e l'affidamento della gestione dell'area portuale. Tale documento, recuperato dall'intelligence è stato già valutato e discusso ed è tuttora sotto la lente d'ingrandimento dei massimi esponenti italiani e dei nostri servizi segreti.

Il documento spiega dettagliatamente il tentativo cinese di impossessarsi di tale area strategia utilizzando un metodo non bellico atto a conquistare a colpi di denaro sonante tutto ciò che ne compone la struttura organizzativo/gestionale. I nostri servizi di intelligence hanno già ricostruito che una società turca (guidata dai cinesi), ha già preso possesso della gestione delle banchine dello scalo. Situazione che a detta del COPASIR potrebbe rappresentare un grave problema per la sicurezza nazionale.


Già da tempo la Cina si sta mobilitando per realizzare un percorso libero e da lei gestito sulla via della seta tentando di fare lo stesso con Pireo, Vado, Savona ed anche Trieste. Un interesse che non è passato inosservato alla nostra nazione e che vuole essere una pratica commerciale scorretta di ampissimo raggio.


Non bisogna poi dimenticare che il porto di Taranto sia di importanza cruciale per la nostra sicurezza nazionale ed anche per l'Atlantico, essendoci la presenza della nostra marina militare ed anche di un hub della NATO.


L'AISE (L'Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna) ha lavorato per ricostruire le operazioni fatte fino ad oggi dal governo Cinese, partendo dallo storico gruppo FERRETTI, storica azienda navale italiana che è stata acquistata senza badare a spese dal colosso cinese Weichai. Secondo quanto ricostruito "il dragone" si sta interessando anche all'area ex yard Belletti, area che negli anni 80 e 90 è stata utilizzata per le petroliere.


Ma quale sarebbe alla fine il vero obbiettivo cinese? Senza ombra di dubbio assicurarsi il primato della via della seta. Un reticolo di circa 8 mila km costituito da itinerari terrestri, marittimi e fluviali, lungo i quali nell'antichità si erano snodati i commerci tra l'impero cinese e quello romano. Conquistare i punti strategici, permetterebbe alla Cina di essere avvantaggiata sul commercio mondiale, riuscendo anche ad anticipare le mosse degli altri paesi. Un tentativo quindi di continuare l'invasione del mercato occidentale ed in particolare il nostro.

Altra motivazione che però resta solo un'ipotesi ad oggi complottistica (che sta girando sul web) è il tentativo di appropriarsi di punti militari, indebolendoli e farli propri in caso di prossimi conflitti bellici.


Noi rimaniamo con i piedi per terra, e riteniamo che l'interesse dei nostri servizi segreti, del COPASIR e dell'AISE siano già sufficienti a farci credere al tentativo subdolo da parte della Cina, di conquistare il mercato mondiale, a fior di quattrini.


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