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Manìnblù: Intervista al cantante e compositore del gruppo, Alberto Padovani

ManìnBlù è un collettivo di musicisti parmensi, che nasce nel 2002, e propone canzoni originali, scritte da Alberto Padovani, cantautore e chitarrista di Colorno (Pr) ed elaborate in gruppo, con il valore aggiunto di una band che fa dei concerti il punto di maggiore impatto emozionale.


Articolo di Nicola Scillitani

& Sandro Sandri (Public relations)


ManìnBlù ha prodotto 5 album ufficiali: “This Grande Nuit” (2003), “Astrofolk” (2007), “ManìnBlù” (2011), “Le canzoni dell’automobile” (2015), “Macchianera” (2020). Gli album sono presenti anche sulle piattaforme digitali, come Spotify, insieme ad una raccolta “Postazioni Mediopadane” (2014) e ad un singolo “Il meglio di ManìnBlù” (2018).

ManìnBlù collabora volentieri con altri musicisti, quando vi sono buone occasioni: ad esempio il progetto “Rigoletto Records” con altri cantautori parmigiani, che ha portato alla produzione di due album di musica d’autore originale. Nell’estate 2020 ManìnBlù partecipa insieme ad altri artisti parmensi a “Professione Clown” album collettivo con testi di Andrea Villani, scrittore parmense e ideatore dello “Street Talk”. In questo album ManìnBlù interpreta la title-track. Dell’importante operazione culturale fa parte anche Pietro Cantarelli, che collabora con alcuni tra i principali musicisti italiani (Fossati, Bersani, Tosca e altri).


Oltre alle canzoni, negli ultimi anni ManìnBlù ha pubblicato tre singoli con video, tutti con la regia di Luca Vitali: “Questa canzone”, “Canzone per curare le piante”, “Emma”. Nel 2018 “Il meglio di ManìnBlù” raccoglie la musica di questi video singoli ed è disponibile sui digital stores. Si tratta di una breve raccolta che permette di assaporare il loro stile insolito ma coinvolgente (Canale YouTube: Maninbluband).


A inizio settembre 2020 è uscito il nuovo atteso album: “Macchianera”, concepito in virus (pandemico), prodotto da ManìnBlù e Vocinarte (Associazione nata di recente a Parma, per la valorizzazione di arte e cultura), registrato, mixato e masterizzato agli Audiocore Studios di Fontevivo (Pr). “Macchianera” è composto di dieci canzoni chiaroscure, frutto di un lavoro paziente, con un inedito cuore elettronico, ed è ispirato anche graficamente (illustrazioni di Dimitri Corradini) al losco personaggio di Walt Disney.


Per conoscere meglio i ManìnBlù abbiamo proposto ad Alberto Padovani, pilastro della formazione artistica, di farsi intervistare. Padovani ha accettato di buon grado dopo doverosa consultazione con tutto lo staff. Dal carattere "filosofico", dal suo modo insolito di scrivere poesie e dal suo tono pacato ma ragionatore, possiamo avvertire nel personaggio, un sentimento forte che riesce ad esplodere al meglio durante la stesura di testi che poi canta e suona, donandogli vita propria (testi su www.maninblu.it).


L'intervista ad Alberto Padovani:


1) Buongiorno Alberto Padovani. Maninblù nasce nel 2002 ed è composto da musicisti del parmense. Come vi è venuta l'idea di creare questo gruppo e perché la scelta di questo nome?


ManìnBlù nasce dopo tre anni di mie collaborazioni con musicisti, che portarono a due album da solista accompagnato – “Ritratti di Signora” e “Buskin all over the world” – che contengono alcune tracce interessanti, ma che non sembravano lasciare spazio a evoluzioni significative. Serviva qualcosa di più strutturato: un nome innanzitutto, e un collettivo più che una band, ovvero un gruppo di musicisti che credessero in un progetto a medio-lungo termine. Enrico Fava, giovane promessa della musica locale, pianista e tastierista originario di Mezzano Inferiore (oggi Insegnante scolastico), aderì con entusiasmo, insieme a Fiorenzo Fuscaldi, esperto percussionista nocetano, e all’amico chitarrista colornese Andrea Cremonesi, con cui ho condiviso tra l’altro l’esperienza musicale dei Quorum Ego negli anni 80/90. Suonammo al mitico Fuori Orario di Taneto (Re), suscitando interesse, nonostante le poche prove. Conservo ancora una registrazione di quel live, datato 20/02/2002, una curiosa data palindromo. ManìnBlù nacque quella sera in pratica: è un nome con due significati. In italiano le “mani che si colorano di blu” sono un rimando preciso alla musica d’autore, che da Modugno in poi lo ha adottato come colore preferito. In inglese “Man in blue” è l’immagine del chitarrista solitario, con le sue ballad, un po’ alla Neil Young. Se poi aggiungiamo la s diventa blues e quindi rimanda ad un immaginario americano. In tutti questi anni abbiamo mantenuto per scelta questa doppia territorialità: una gamba nella musica d’autore italiana, una nella grande musica americana (e inglese). Da allora abbiamo prodotto 5 album originali, più altre canzoni in progetti paralleli, anche insieme ad altri musicisti.


2) Lei è autore dei testi, oltre ad essere un valido poeta e scrittore. Da dove prende ispirazione per scriverli?


Grazie per la stima, innanzitutto. Credo che un artista debba prendersi cura delle proprie antenne ricettive: la curiosità è la molla che ci tiene attenti a ciò che si muove fuori e dentro di noi. La disgrazia maggiore per chi fa musica, poesia, e comunque attività artistiche, è quella di perdere interesse verso ciò che lo circonda. Ciò premesso, l’ispirazione arriva da sola e in modo abbondante: a volte ci si sveglia di notte per un verso che continua a girare in testa o, con la chitarra elettrica scollegata si registra un riff che non se ne vuole andare. Le piccole ossessioni sono spesso un segno che l’ispirazione sta lavorando liberamente. Occorre custodire uno spirito bambino per non metterle a tacere… da questi nuclei possono nascere ed evolvere canzoni, poesie, pensieri degni di nota. L’importante è fare diario e selezione di se, per portare alla luce quello che merita di essere ascoltato e condiviso.


3) Quando parliamo dell'album "Le canzoni dell'automobile", uscito nel giugno del 2015, sentiamo parlare di "prospettiva di musica d'autore mediopadana". Cosa intende e cosa rappresenta per lei il territorio che racconta anche in ambito musicale?


Questa è una bella domanda, grazie: credo che i musicisti italiani abbiano molto da imparare dal modo di narrare dei musicisti americani, in particolare. Loro fanno nomi e cognomi, parlano delle loro strade, dei loro paesi – quante volte cantiamo di luoghi, quando cantiamo canzoni americane… noi italiani siamo più filosofici, più esistenzialisti… a volte più sanremesi. Questa tradizione diciamo “cuore amore” spesso imprigiona i cantautori italiani nell’ambito dei sentimenti… ma ci sono storie fantastiche da raccontare in musica… storie vissute che vanno aldilà dell’orticello. Ecco perché abbiamo voluto localizzare la nostra musica. I musicisti emiliani, in questo senso, hanno una marcia in più… riescono ad essere innovativi e comunicativi, su un piano artistico e sociale. Basta scorrere il lungo elenco di nomi per averne la conferma. “Le canzoni dell’automobile” è il nostro album più americano e, insieme, più emiliano.


4) Da non molto è uscito l'album "Macchianera", concepito durante l'inizio della pandemia. Perché questo nome? Macchianera non era il fantasma scuro rappresentato nei fumetti della Disney, dal nome inglese "Phantom Blot" ossia "macchia fantasma"?...


L’idea di “Macchianera” è uscita casualmente… in seguito ha preso corpo precisamente, con l’aiuto della pandemia, “aiuto” di cui avremmo fatto molto volentieri a meno… già in studio per le registrazioni, abbiamo riflettuto profondamente sul senso del nostro fare musica e canzoni in questo periodo storico. “Macchianera” è il nostro confronto quotidiano con la nostra dark side: ognuno di noi è chiamato ad una lotta con la propria parte oscura, che però è utile, perché ti permette di misurarti, di crescere, di liberarti dalle piccolezze… in fondo “Macchianera” pur essendo un lestofante, ha una sua goffa simpatia… alla fine diventa una specie di alleato nell’eterna lotta tra bene e male (per dirla alla Elio).


5) La copertina dell'album ricorda un fumetto e Lei è rappresentato con una mantella nera, guanti e diversi tentacoli. Perché questa scelta grafica?

Diciamo che è stata una scelta dell’illustratore a cui ci siamo rivolti per la copertina: il bravissimo Dimitri Corradini, parmense. A partire dal titolo e da qualche godibile chiacchierata davanti alle birre del Bar Alba di Pontetaro (sembra una vita fa poter andare in un bar a chiacchierare… ci torneremo), lui ha iniziato ad elaborare alcuni schizzi. Dopo un’iniziale resistenza, ho capito che era giusto metterci la faccia. In fondo l’artista deve avere un lato provocatorio, anche dal punto di vista estetico. E’ una cover che non lascia indifferenti. Siamo soddisfatti di questa veste grafica, arricchita anche dalle foto molto belle di Gigi Montali, colornese e colonna portante del Circolo Color’s Light. Abbiamo scelto come location il ponte nord a Parma e dintorni… un luogo che ha fatto molto discutere, ma poco utilizzato a livello artistico.


6) Maninblù possiamo definirlo un gruppo più Rock o più Pop? Ci può parlare del vostro stile musicale, insolito, a volte contraddittorio e diverso dagli altri? Potremmo definirlo "fuori dagli schemi tradizionali"?


Abbiamo scelto di definirlo “musica d’autore mediopadana” proprio per dare un senso originale al nostro stile. Oggi non ci sono più schemi di riferimento: ognuno deve badare a se stesso, alla qualità della propria produzione, anche in ambito musicale. Mantenere una certa coerenza e una voglia di cambiare di album in album, e di canzone in canzone, è il segreto per non sclerotizzare la propria creatività ed espressività. Se forzi troppo la mano per adattarti a quello che tira in un certo periodo perdi ogni riconoscibilità e credibilità artistica. Al contempo se non evolvi e non modifichi il tuo stile nel tempo cadi nell’errore dipinto benissimo da Ivano Fossati: “o fai una musica senza futuro, o non hai capito mai nessuna lezione”.


7) La canzone "Emma" dal tono delicato ed inebriante, che rispecchia un pò lo stile "Luca Carboni" ma diverso, si ascolta e riascolta volentieri, senza annoiarsi mai, nemmeno dopo le prime battute. E' stata dedicata a qualcuno in particolare?


“Emma” è il ritratto generazionale di noi al tempo dell’Università… è la spensieratezza dei 20 anni, l’ansia di avere il futuro tra le mani, la paura di sprecarlo, l’emergere di una personalità adulta e il disincanto per quello che non va… c’è tutto questo, ed è nel viso di alcune persone care, con cui ho mantenuto una bella amicizia… a partire da mia moglie Cinzia, che di secondo nome fa proprio Emma. Abbiamo voluto girare il video a Parma, proprio per rendere protagonisti i luoghi di questa bella e indimenticabile stagione. Il riferimento a Luca Carboni è interessante, c’è chi ne ha trovati coi CSI, chi con musicisti internazionali. Noi non ci nascondiamo dietro ad un dito… la nostra musica è frutto di molti ascolti, rielaborati in modo originale. Ogni buona canzone porta una novità. “Emma” è la nostra canzone recente più conosciuta, sicuramente la più ascoltata anche on line e su YouTube… a proposito, iscrivetevi al nostro canale “Maninbluband” e seguiteci sia su Spotify che sulle altre piattaforme digitali. Ne troverete delle belle!


8) Può raccontarci qualcosa dei suoi collaboratori artistici? Il feeling è essenziale per amalgamare al meglio le competenze di ognuno, al fine di realizzare qualcosa di accattivante e coinvolgente così come ManinBlù riesce a fare da sempre.


ManìnBlù è un progetto aperto, un collettivo più che una band: questo ci permette di avere una base solida, ma non rigida. Enrico Fava, pianista e tastierista, è il socio cofondatore, dal 2002. Siamo legati da un rapporto fraterno, che è evoluto nel tempo, sia umanamente che musicalmente… ed è proprio la libertà di questa amicizia che ci ha permesso di essere accoglienti, anche a livello di progetto ManìnBlù.

Michele Manfredi, bassista (di famiglia direi) è entrato nel 2008, ed ha portato un fantastico contributo, basato sulla sostanza di una struttura musicale e di una curiosità e conoscenza verso la forma canzone, che ci hanno permesso di fare un salto di qualità verso un sound più maturo e raffinato, senza perdere la robustezza del rock e la freschezza del pop.


Emilio Vicari, chitarrista di gusto e duttilità unici, è entrato nel 2008, con un bagaglio notevole, sia live che in studio. Con lui basta uno scambio veloce e troviamo l’intesa su un arrangiamento o una nuova soluzione: essendo i due chitarristi di ManìnBlù, questo è molto importante per la resa sia live che in studio. Con Emilio si ha sempre la sensazione di collaborare a fondo, mai di pestarsi i piedi.


Questo vale un po’ per tutti. Con loro so di poter condividere la struttura delle canzoni, che di solito porto in stanza prove complete ma volutamente nude, per poter creare vestiti acustici, elettrici, elettronici e infine produzioni discografiche: non smetterò mai di ringraziarli per la sensibilità e la capacità con cui trattano la musica di ManìnBlù.

Devo poi ringraziare tutti gli amici musicisti che hanno fatto parte del collettivo: da Sara Chiussi a Marco Ronchini, da Alessandro Aldrovandi a Carmine D’Onofrio, da Massimo Scaccaglia a Paolo Moruzzi, da Davide Ambrogi a Mirco Reggiani, da Fiorenzo Fuscaldi a Yuri Vallara, al colornese Andrea Cremonesi.


9) Cosa si aspetta Alberto Padovani in futuro per la sua carriera musicale?


Carriera è un termine molto impegnativo, forse troppo per chi, come me, dedica alla musica molta passione e piacere, ma per cui la musica non è il lavoro principale. Ho molto rispetto dei musicisti professionisti: loro si che possono parlare di carriera. Io, per citare il grande Pino Daniele, sono più un “Musicante”. Per il futuro mi aspetto di divertirmi con la mia Musa, cercando di appassionare chi ci ascolterà… o quantomeno sperando di non annoiarlo. Sarebbe già un buon obiettivo raggiunto!


10) Avete già in mente altri progetti dopo "Macchianera" che sta riscuotendo un doveroso successo?


Anche qui, “successo” è una parola impegnativa. Diciamo che “Macchianera” sta godendo di una buona promozione, nonostante il periodaccio in cui è uscito. E’ un album in cui abbiamo creduto dall’inizio e in cui crediamo. Questo ci ha permesso di trattarlo con l’attenzione dovuta in tutti i passaggi: da quello creativo, alla produzione, alla promozione. Oggigiorno, se vuoi lasciare una traccia, niente va lasciato al caso. Con l’età aumentano le preoccupazioni quotidiane, ma cresce anche la cura dei progetti. Abbiamo avuto delle buone reazioni, innanzitutto dai nostri ascoltatori più affezionati; abbiamo avuto interviste e videointerviste, passaggi radio, recentemente una buona recensione su Rockit, sito che si occupa di musica italiana… insomma, qualcosa si sta muovendo in questa musica d’autore mediopadana.


Naturale quindi pensare a progetti futuri: ad esempio mi piacerebbe pubblicare un doppio album in forma fisica (cd o addirittura vinile) che sia risultante finale di 4 minialbum tematici da 6 canzoni (con temi, suoni e arrangiamenti diversi l’uno dall’altro) da far uscire a cadenza programmata solo sulle piattaforme digitali. Il doppio album, invece di un momento iniziale, potrebbe essere un compimento ideale di un percorso: “Fulmineo” potrebbe essere il suo titolo. Un titolo che abbiamo in testa da tempo, e che ci sta prendendo in giro, come a volte capita con le ossessioni di cui dicevo sopra.

Mi piacerebbe poi, magari a titolo personale, comporre ed eseguire le musiche per una Messa: credo che la forma e la struttura di una Messa siano quanto di più stimolante per l’ispirazione: non c’è nemmeno il rischio che ti rubino l’idea, visto che vi si sono misurati i principali musicisti della storia. Tranquilli, non mi sono montato la testa: è un’idea che coltivo con interesse culturale, senza presunzione. Però, in questo periodo di grande laicità, e di scarsa attenzione ai temi del sacro, mi interessa puntare ad un rispettoso rinnovamento del magnifico schema, inserendo gli stili che mi sono congeniali… a Dio piacendo, è proprio il caso di dirlo, vedremo.


Il video saluto registrato al 4 febbraio 2021, per InVeritas Press, di Alberto Padovani, cantante e compositore del gruppo, con il brano: "Ossa & biscotti" (dall'album Macchianera del 2020):



Alcuni brani del gruppo:


Emma (da "Macchianera" 2020)


La canzone dell'automobile (da "Le canzoni dell'automobile" 2015)


La vera storia di Gianguido Brumazzi... (da "ManìnBlù 2011)


Vespro migliore (da "Astrofolk" 2007)


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