top of page
  • Immagine del redattoreRedazione

Non tutte le vittime sono uguali per la massa. Quando morire non ha lo stesso valore.


A cura di Nicola Scillitani (Direttore del blog)


"Per permettere di comprendere appieno il mio ragionamento, è bene partire da alcuni degli ultimi episodi di cronaca nera, che si sono verificati purtroppo nel nostro paese."


Di certo quanto sto scrivendo non potrà interessare a chi il dolore lo subisce e lo subirà per tutta la vita, ma sono certo che a nessuno è sfuggito il peso diverso che viene dato ad ogni omicidio o brutale violenza. Un peso dato spesso da tv e giornali in grado di "manipolare" parte dell'opinione pubblica come nel film Mad City - assalto alla notizia, film del 1997 che consiglio assolutamente di vedere, almeno una volta nella vita. Notizie che fanno clamore più delle altre nella breccia e nella sensibilità delle persone, ma anche della politica. Diversi modi di analizzare storie terribili che solo chi le ha vissute o le sta vivendo è in grado di raccontare.


Seppur quest'articolo non vuole analizzare come fa "Quarto Grado" in TV, gli episodi di cronaca nera, vi citerò alcuni ultimi tragici avvenimenti partendo dal caso ormai soprannominato "Willy", dal nome del ragazzo eroe che nel tentivo di difendere l'amico da bulli criminali incalliti, vanitosi e ingordi di denaro, è stato ucciso dopo un violento pestaggio. La notizia ha fatto il giro d'Italia e alle esequie del giovane Willy hanno partecipato anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Su quanto successo si è espresso persino il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Siamo sconvolti. Willy è un’icona di amicizia e solidarietà". Un peso enorme giustamente dato ad una notizia che lo meritava con l’ineccepibile presenza dei massimi esponenti del nostro stato.


Pochi giorni fa invece, un sacerdote del comasco, Don. Roberto Malgesini, è stato brutalmente assassinato a coltellate da un immigrato che aveva sempre aiutato, perché il carnefice temeva che volessero mandarlo via dall’Italia. La morte del Don. che si era sempre prodigato per gli altri, fornendo ai senza tetto e agli irregolari nel nostro paese, senza distinzione, cibo, denaro, un posto dove dormire e sostegno morale. Una vicenda che però ha fatto poca strada nel cuore della gente e della politica, oltre che sui giornali. Il suo funerale presieduto dal vescovo Monsignor Oscar Cantoni, ha visto la presenza di un’intera comunità ma nessun politico di spicco.


Altra storia tragica è l’omicidio avvenuto ai danni di Filomena Cataldi nel parmense, 44enne brutalmente assassinata dopo la premeditazione, dal vicino di casa nell’agosto del 2018. Una morte orribile che ha fatto sì scalpore sulla stampa e le tv nazionali (dato anche il trattamento riservato al suo assassino, che non ha mai fatto un giorno di carcere, ed è attualmente “detenuto” e lo sarà per soli 10 anni in una struttura di cura, essendo stato giudicato incapace d’intendere e volere), ma che non ha visto alcuna presenza politica di spicco, ad eccezione del sindaco di Parma.


Storie accomunate da un orribile destino, ma viste diversamente e giudicate in modo diverso senza equità morale. Storie che vi racconto ogni giorno, non privo di sentimenti di impotenza e tristezza. Storie come quelle che avete avuto modo di leggere nei giorni scorsi in cui una donna viene stuprata da un ivoriano, riesce a divincolarsi e a fuggire in lacrime per le vie di Napoli, con i vestiti a brandelli ed in lacrime, inseguita dallo straniero nudo che aveva l’intento di ultimare la violenza, oppure come quella accaduta ad Orte, in provincia di Viterbo, dove un richiedente asilo africano, ghanese, intrufolatosi in un appartamento, ha stuprato una donna ed incurante del gesto commesso, si è preparato da mangiare e si è seduto a tavola a consumarlo. Dettagli agghiaccianti vengono svelati dalla stampa. La mamma non riuscendo a contattare la figlia si è recata sul posto e all’interno dell’abitazione ha trovato la figlia nuda in un angolo della casa, ed il clandestino tranquillo a nutrirsi.


Tutte storie dal denominatore comune, il terrore della vittima e l’essere umano che si trasforma in diavolo, ma che per un qualche strano motivo, non vengono riconosciute al medesimo modo. Sarà forse che a narrar notizie si riesca a dirigere la massa per i propri interessi personali e politici?...


bottom of page