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Pierfrancesco Campanella: Spazio dedicato in aggiornamento

Immagine del redattore: RedazioneRedazione

Pierfrancesco Campanella, di origini russo-pugliesi, nasce a Roma nei primi anni sessanta. Fin da piccolo dimostra un’indole ribelle, non amando le convenzioni, le ipocrisie e il falso perbenismo di ambienti dove spesso la facciata conta più dell’essenza.



Vive qualche anno a Grosseto, dove comincia a “nutrirsi” di film e ad amare la “settima arte”. Risale a questo periodo la voglia di frequentare quel luogo, magico e luminoso, che si chiama “set”. Certo allora non poteva sapere cosa si nasconda dietro l’immagine di facciata di quel settore, apparentemente “luccicante”. Al momento opportuno lo capirà molto bene. Tornato a Roma e conseguita la maturità scientifica, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza. A questo punto comincia l’approccio con lo spettacolo, frequentando scuole di dizione e recitazione, stage di sceneggiatura, corsi di regia. Verso la fine degli anni settanta entra nella Compagnia teatrale “Voci e Volti a Roma”, molto attiva in quegli anni nella Capitale, provando l’ebrezza del palcoscenico. Contemporaneamente comincia a scrivere storie per fumetti e fotoromanzi, novelle e persino racconti hard, collaborando con case editrici sia italiane che estere. Soprattutto elabora soggetti e sceneggiature per il cinema, in attesa di diventare regista, ma i primi tempi si deve accontentare di qualche occasione da attore, tanto per mettere piede, seppur entrando da un porta secondaria, nel magico mondo della celluloide, da lui tanto sognato. Tra le numerose esperienze attoriali di Pierfrancesco in questa fase spicca per prestigio la sua partecipazione al tv-movie “La veritaaaaaà”, diretto dal grande Cesare Zavattini, lo sceneggiatore di Vittorio De Sica. Conseguita la laurea, la svolta arriva nel 1987, quando esce nelle sale il primo film, prodotto e realizzato dalla sua società “Freeway Production”, intitolato “La trasgressione” (“Cattivi Pierrot”), tratto da un copione da lui scritto molti anni prima, da adolescente. La pellicola crea polemiche e così Pierfrancesco rischia addirittura di essere catalogato come un artista “a luci rosse”. E’ questo il motivo per il quale, per l’impegno successivo, si butta sulla commedia, anche se con intenti di satira sociale. Il titolo del nuovo lavoro è “Strepitosamente… flop”, e stavolta, oltre a produrre con una nuova società, la Sagittario Film, firma la regia. Questa pellicola è quindi da considerarsi, a tutti gli effetti, la sua opera prima ufficiale. Nel cast spiccano anche interpreti molto popolari come Dalila Di Lazzaro e Donatella Rettore. Il nome di Pierfrancesco comincia a “girare” nell’ambiente dello spettacolo e viene chiamato spesso come ospite nei più seguiti programmi televisivi: da “Uno Mattina” a “Mezzanotte e dintorni”, da “Ciak si gira” a “Festa di compleanno”, trasmissione in onda su Telemontecarlo (oggi La7), condotta da Gigliola Cinquetti. Oltre che intervistato innumerevoli volte nel corso dei vari telegiornali sulle reti più importanti. Nel 1992 gli viene attribuito il “Premio Bontà” da parte dell’Associazione “Cuore di Porta Portese”, col patrocinio del “Movimento Uomo Ambiente”, per il fattivo contributo alla raccolta fondi, a favore dell’infanzia abbandonata. Poi, nel 1994, la svolta thriller con “Bugie rosse”, un noir, con risvolti erotici, che si avvale della autorevole partecipazione di Alida Valli, distribuito dalla Warner Bros. Anche stavolta si scatena un putiferio: le associazioni gay lo prendono di mira per il modo di trattare l’argomento “omosessualità”, ritenuto troppo “violento”. A questo punto Pierfrancesco alza il tiro e si orienta verso progetti più ambiziosi che però, per ostacoli di vario genere, non vedranno la luce. Inizia a collaborare con altre produzioni e con altri registi, svolgendo una molteplice attività di supervisione e di consulenza, sia a carattere artistico che produttivo e organizzativo. Mettendo così a frutto le variegate esperienze accumulate nel corso degli anni. “La carne” di Marco Ferreri, con Sergio Castellitto e Francesca Dellera, “L’orso di peluche” con la stessa Dellera e Alain Delon, “Ultimo bersaglio” con Giancarlo Giannini, “Besame mucho” con Giuliana De Sio, “Malefemmene” con Giovanna Mezzogiorno e Angela Molina, “Volare” con Massimo Ranieri, “Rosa Funzeca” con Ida Di Benedetto, “Diario di Matilde Manzoni”, diretto da Lino Capolicchio, nonché la celeberrima fiction “Il medico in famiglia”, prodotta dalla Publispei, sono solo alcuni dei titoli che lo vedono coinvolto a vario titolo. Finchè, dopo molti anni di lontananza dalla macchina da presa, si fa tentare dal tornare a dirigere in prima persona. L’occasione del ritorno (nel 2002) si intitola “Cattive inclinazioni”, altro thriller, anche se nell’ideazione iniziale doveva essere più che altro un horror ironico dal sapore trash. Per l’occasione costituisce una nuova società, la Bell Film, insieme a Massimo Esposti. Nonostante sia distribuito dalla major Columbia Tristar e malgrado la presenza nel cast di star del cinema degli anni d’oro, come Florinda Bolkan e Franco Nero, e la partecipazione di Eva Robin’s (appena reduce dal successo di “Belle al bar”), di Elisabetta Cavallotti (molto famosa in quel momento per la pellicola-scandalo “Guardami”), nonché di Elisabetta Rocchetti (protagonista del pluripremiato “L’imbalsamatore” di Matteo Garrone), l’incasso nelle sale di tutta Italia è abbastanza buono, considerato che si tratta di un’opera low budget, ma leggermente inferiore alle aspettative. La parziale delusione lo porta a una nuova pausa di riflessione, interrotta da due cortometraggi: “Taglia corto!” (diretto da lui stesso) e “Solitudini pericolose” (in questo caso cedendo la regia al giovane “allievo” Emanuele Pecoraro). Inoltre realizza due documentari: “28… ma non li dimostra” e La città d’acqua”. Naturalmente in questo periodo “particolare” Pierfrancesco continua il suo lavoro “dietro le quinte”, con molte, importanti collaborazioni. Ne ricordiamo qualcuna a caso: “La baronessa di Carini”, “Don Zeno”, “Sangue pazzo”, “Evviva Gassman”, “Milano-Palermo: il ritorno”, “L’amore fa male”, “Il ritorno di Ulisse”, “Piccola Patria”, “Di tutti i colori”, “Ballad in blood” e moltissimi altri. Nel frattempo Campanella diventa anche giornalista, collaborando con varie testate, tra cui il prestigioso mensile di collezionismo musicale “Raropiù”, diretto da Fernando Fratarcangeli. La lunga assenza dal cinema “attivo” e dalle “luci della ribalta”, dovuta anche a una vita privata particolarmente turbolenta, si risolve definitivamente nel 2017 con la realizzazione del docufilm “I love… Marco Ferreri”, dedicato al geniale regista de “La grande abbuffata”. Questo lavoro, prodotto dalla Cinedea, gli riserva moltissime soddisfazioni, con critiche lusinghiere e vari passaggi tv su Retequattro. Inizia anche a collaborare col produttore Angelo Bassi, col quale realizza molti cortometraggi assai apprezzati nei vari festival cui vengono proiettati, accaparrandosi una miriade di targhe e riconoscimenti. Alcuni titoli: “L’amante perfetta”, “Pensiero giallo”, “L’idea malvagia”, “La goccia maledetta”, “Il provino”, “Sacrificio disumano”, quest’ultimo interpretato da Maria Grazia Cucinotta. La bellissima attrice siciliana è anche protagonista del lungometraggio noir grottesco a episodi dal titolo “Brividi d’autore”, diretto da Pierfrancesco, prodotto da Cinemusa e Cinedea, distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dall’estate 2023, attualmente visionabile in dvd (a cura di Digitmovies) e sulle maggiori piattaforme (grazie a CG Entertainment). Nel frattempo c’è una sorta di riscoperta della vecchia filmografia del regista romano, con i suoi lavori distribuiti nuovamente in home-video, oltre che in tv e sulle piattaforme: “Bugie rosse” e “Cattive inclinazioni”, in particolare, sono ormai considerati veri e propri “cult-movie”, anche fuori dai confini nazionali. Nel corso degli anni il regista riesce a conquistare via via sempre più credibilità, diventando un “personaggio”. Spesso presente agli eventi e alle feste più esclusive, viene invitato a fare il giurato nell’ambito di manifestazioni mondane e cinematografiche e incaricato di redigere prefazioni per libri d’arte e di cultura. Le opere cinematografiche più recenti firmate da Pierfrancesco Campanella sono due docufilm a carattere musicale: “C’era una volta il beat italiano” e “Gli anni del Prog”, entrambe di produzione Parker Film. Molti sono i progetti che attualmente lo attendono, in attesa di realizzarne uno che gli sta particolarmente a cuore: un horror intitolato “La lista micidiale”. Campanella punta molto su questo titolo che considera l’ennesima sfida della sua vita. Dopo una carriera ricca di soddisfazioni ma discontinua, con tanti silenzi e momenti difficili, Pierfrancesco è consapevole che a questo punto del suo percorso non sono ammessi errori. Sia pure con i fucili sempre puntati contro, di battaglie ne ha combattute tante, perdendone anche qualcuna, riuscendo però ogni volta a riemergere. E’ ben consapevole che le prossime occasioni saranno determinanti. Chi lo conosce bene è pronto a giurare che stavolta non le sciuperà.

 

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