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  • Immagine del redattoreRedazione

Tecnologia. Nasce l'App per combattere il Coronavirus e funziona davvero.

Realizzata in Corea un applicazione per smartphone in grado di identificare i positivi al corona virus e tracciare una mappatura delle persone con cui i contagiati sono stati in contatto.


La Corea del sud ha attuato controlli a tappeto che hanno ridotto di molto la diffusione dell'epidemia. L'ausilio di stazioni mobili per il test, visite nelle abitazioni, e punti di controllo in strada hanno dato un grande successo nazionale. La Corea del Sud è il Paese che ha fatto il maggiore numero di test rispetto al totale della popolazione, superando quota 240 mila in un mese e mezzo.

Altro grande risultato lo sta realizzando l'app chiamata "CORONA 100m". Tale app funziona utilizzando il metodo propriamente detto in linguaggio informatico, "Big data". In statistica informatica, "big data" sta a significare la gestione di grosse quantità di dati, o più facilmente identificabili con un nome univoco, ossia "Mega dati". In sintesi tantissimi dati informatici in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l'estrazione di valore o conoscenza. Il termine è utilizzato dunque in riferimento alla capacità di estrapolare e mettere in relazione un'enorme mole di dati diversi, strutturati e non.


Il sistema "Big data" è anche decisamente più complesso del classico "Business intelligence" che gestisce dati decisamente più semplici. L'interpretazione dei parametri analizzati può fornire dei suggerimenti per verificare ipotesi empiriche su fenomeni di interesse. Con l'app CORONA100m, ogni cittadini può essere a conoscenza se in un raggio di 100 metri dal luogo in cui si trova al momento, vi sia una persona contagiata. Può sapere dove sono le zone più a rischio della città e dove ci sono i più alti focolai. Grazie all'app, in appena 40 giorni la Corea è riuscita a ridurre i nuovi contagi da 800 a 80 al giorno senza aver attuato misure stringenti come quelle adottate in Italia. Una tecnologia utilissima anche per i sanitari che grazie ad essa riescono a predisporre immediatamente misure di contenimento come la quarantena, e di screening come l'uso dei tamponi. I dati ricavati dai tamponi; dai contatti dei cittadini attraverso i social network e quelli relativi agli spostamenti identificati dagli smartphone, dalla videosorveglianza e dalle transazioni con carte di credito e bancomat, hanno permesso al Governo coreano di disporre di una gran quantità di informazioni atte a circoscrivere in poche settimane l'epidemia.

Un App del genere è ricollegata ovviamente a delle server room in cui vengono analizzati e gestiti i dati. Come tutte le data banking i rischi più probabili possono essere quelli dell'hackeraggio e della privacy, ma l'utilizzo di sistemi di sicurezza informatica elevatissimi e l'ingaggio di personale qualificato possono scongiurare il rischio di furto di database. C'è da dire che si sta affrontando una situazione difficilissima a livello mondiale, che potrebbe distruggere l'intera economia e continuare a mietere vittime ogni giorno, così come sta accadendo, seppur con timidi miglioramenti.


Per uscirne davvero non basta mettere agli "arresti" un intero paese. Occorre utilizzare gli strumenti in nostro possesso e per una volta, mettere da parte la privacy. Siamo circondati da elaboratori elettronici, da microprocessori, da algoritmi e da codice binario. Gli stessi smartphone in nostro possesso possono elaborare e gestire calcoli così come un computer. Non è più il tempo dell'Abaco.

Nicola Scillitani Per InVeritas


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