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Mattarella convoca il consiglio supremo di difesa. Si temono rivolte legate alle restrizioni?

L'ultimo DPCM anti Coronavirus e le nuove restrizioni hanno dato il via ad una serie di proteste e manifestazioni. Alcune come a Napoli e Roma, sono state dettate dall'esasperazione dei cittadini e hanno visto l'infiltrazione di soggetti incrini a fare danni. Altre invece come a Milano, Torino, Genova e Parma, sono state pacifiche e meramente simboliche.


Quanto sta succedendo in Italia non è sfuggito al governo, e neppure all'ex ministro dell'Interno Marco Minniti che ha parlato di "prove tecniche di quello che può diventare un disegno eversivo, incontrandosi con la rabbia sociale".


Ed è proprio partendo dalla preoccupazione di Minniti che vogliamo informarvi che da poco è in corso (dalle 17), al quirinale, una riunione del consiglio supremo di difesa.


L'incontro, indetto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha i seguenti ordini del giorno:


1) Conseguenze dell'emergenza sanitaria sugli equilibri strategici e di sicurezza globali, con particolare riferimento alla NATO e all'Unione Europea. Aggiornamento sulle principali aree di instabilità e punto di situazione sul terrorismo transnazionale. Prospettive di impego delle Forze Armate nei diversi teatri operativi.

2) Prontezza, efficacia, integrazione e interoperabilità dello strumento Militare Nazionale. Rilancio della difesa e stato dei programmi di investimento in relazione alla fluidità del contesto di riferimento e agli obbiettivi capacitativi di lungo impiego.


A onor del vero va detto che tale commissione si riunisce sempre due volte l'anno, ma questa volta l'ordine del giorno è del tutto diverso. Nel primo punto si parla di "CONSEGUENZE" in relazione proprio ell'emergenza COVID19 e su EQUILIBRI STRATEGI E DI SICUREZZA. Inoltre si discute di rischio "infiltrazioni" durante determinate proteste, da parte del terrorismo internazionale. Al punto 2 invece si parla di argomentazioni più standard, solite durante i due incontri previsti annualmente.


Nessun voler essere complottisti, ma dovere da parte dello Stato di tutelarsi di fronte a situazioni che portate al limite potrebbero facilmente esplodere.



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