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Rivalutazione delle pensioni ferme da ben 20 anni? Se ne riparlerà nel 2023.

Ennesima beffa per i pensionati. Con la manovra 2021, slitta al 2023 il sistema di rivalutazione degli assegni. Ciò significa minor potere d'acquisto per i pensionati, con i continui aumenti del costo della vita.



La denuncia ci arriva direttamente dallo Spi - Cgil, dopo aver valutato la bozza della prossima legge di Bilancio. Secondo il sindacato: "L'articolo 61 prevede lo slittamento al 2023 del sistema di rivalutazione in vigore prima dei blocchi messi in atto continuamente dal 2011".


Una rivalutazione all'aumento del costo della vita, fermo da ben 20 anni, che sarebbe dovuto essere ripristinato al 1 gennaio del 2022. Secondo l'organizzazione sindacale si mette ancora una volta la mano nelle tasche dei pensionati.


Nel mentre invece in ottemperanza ad una sentenza della Corte costituzionale sui prelievi degli assegni previdenziali, li taglio delle pensioni d'oro passa da 5 anni a 3 anni. Una disposizione che mira a dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale, riducendo da cinque anni a tre anni l'ambito di applicazione delle riduzioni delle pensioni i cui importi sono superiori a 130.000 euro e prorogando le disposizioni in materia di perequazione automatica dei trattamenti pensionistici introdotte dalla legge di bilancio 2020.




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