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Tumori: -2 milioni di esami nel 2020. In tanti hanno smesso di curarsi per via del Covid.

La pandemia ed i ritardi ad essa dovuti, hanno scoraggiato migliaia di persone affette di tumore a curarsi. Questo è successo per loro, ma anche per tantissime persone con altre malattie.


Di Nicola Scillitani


"Se vuole le posso fissare la visita a Borgotaro tra 8 giorni". "Ma è troppo lontana la data e io ci abito a 50 km. Non è possibile prima e più vicino? Ho un tumore e l'urgenza".. "No signora mi scusi, non posso fare di più".


E' una delle conversazioni che durante il lockdown abbiamo sentito spesso telefonicamente, mentre cercavamo di prenotare una visita magari anche urgente. Seppur oggi si sta tornando pian piano alla normalità, è ancora tanta la paura di molti anziani di recarsi presso un ospedale. Ad ormai un anno dalla scoperta del Coronavirus, si continua a girare con la mascherina e per molti versi continua un certo, forse doveroso, non sono in grado di dirlo, terrorismo mediatico.


Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) lancia l'allarme: per colpa del Covid, oltre 2 milioni di persone hanno rinunciato ad eseguire screening nei primi 9 mesi del 2020. Questi ritardi diagnostici possono causare un incremento della mortalità.

Il ritardo diagnostico si sta allungando ed è pari a 4,7 mesi per le lesioni colorettali, a 4,4 mesi per quelle della cervice uterina e a 3,9 mesi per carcinomi mammari. Tutte tristi conseguenze indirette della pandemia.


Il 68% dei centri Oncologici ha attivato una sorta di screening domiciliare, ma è ancora troppo poco e tra l'altro anche la ricerca rallenta, a causa di lavoratori sempre più precari e rallentati dalle tante restrizioni e regole anti-covid.




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